martedì 1 luglio 2014

Ci vuole un piano

Senza un itinerario, il viaggio è incerto. Non si riesce a capire la rotta e i tempi di viaggio, e se non si stabilisce una meta chiara, non si sa quando il viaggio finisce. Nella vita, non basta la sola esistenza o la sopravvivenza: si rischia di non combinare niente o di fermarsi troppo presto. Spesso, abbiamo la sensazione di aver lasciato delle cose incompiute perché non abbiamo mai riflettuto su come concretizzarli. Equivale ad essere alla deriva in balia del vento.

Dio promette tante cose alle persone che decidono di seguirlo (Deuteronomio 28:1-14). Promette di non abbandonarci (Giosuè 1:9), di guarirci se ritorniamo a lui (2 Cronache 7:14) e di benedirci con tutto ciò che ci serve (2 Corinzi 9:8). Ha mandato Gesù a morire per i nostri peccati, e questo ci permette di passare l'eternità con lui (Giovanni 3:16). Alla fine della Bibbia, Dio ci lascia con una serie di promesse per quelli che vincono (Apocalisse 2:7, 11, 17, 26-28; 3:5, 12, 21).

Dio è la guida perfetta per la nostra vita: lui ci da gli strumenti per navigare e ci riempie le vele. Noi invece dobbiamo metterci l'impegno di salpare e navigare.

mercoledì 18 giugno 2014

L' opportunità bussa ... e poi?

A volte succede. Una possibilità si manifesta, e siamo pronti a rispondere.

Altre volte sembra che manchi qualcosa - conoscenze, tempo, energia o risorse - e non saremo in grado di approfittarne. In poche parole, non possiamo rispondere se non siamo preparati. Non posso fare una torta se mi manca lo zucchero, e non riesco ad accettare un lavoro se ho un impegno precedente.

Il secondo dilemma è sapere aspettare l'opportunità giusta - oppure il momento giusto per mettersi in gioco con l'opportunità giusta. Sappiamo cosa fare e abbiamo risorse adeguate per procedere, ma qualcosa non va. Nello stesso modo in cui è buono aspettare la primavera per piantare i pomodori, qualche volta dobbiamo aspettare le condizioni giuste per agire.

In terzo luogo, ci sono atteggiamenti che bloccano le opportunità: prevalentemente la paura e la procrastinazione. Il successo implica sia il rischio sia il duro lavoro, e essere creature di abitudine ci protegge da entrambi. Vuoi avviare un'attività? Informati sui diversi aspetti, fai i tuoi calcoli, poi decidi e lavora per arrivare al risultato. Desideri imparare qualcosa di nuovo? Inizia il tuo percorso di formazione con la convinzione di riuscire invece della paura di non farcela. Sprechiamo troppo tempo a rimandare le cose per diversi motivi.

Di tanto in tanto, ho avuto il presentimento che "il tempo stava per scadere" ed è successo proprio così. Le opportunità non durano in eterno - non aspettano che noi siamo pronti. Spesso, sono come finestre che aprono per un tempo limitatissimo.

In tutta questa incertezza, Dio dove rimane? Lui crea le opportunità, e vuole che decidiamo di agire quando siamo certe della Sua volontà e la Sua approvazione. Invece, spesso vogliamo il Suo "aiuto" prima che cominciamo il progetto e durante (in altre parole, vogliamo che Lui faccia le cose al nostro posto).

L'immagine migliore di questo è Mosè in piedi davanti al Mar Rosso con gli Israeliti mentre gli Egiziani stanno arrivando al galoppo.  

13 E Mosè disse al popolo: «Non abbiate paura, state fermi e vedrete la salvezza che il Signore compirà oggi per voi; infatti gli Egiziani che avete visti quest’oggi, non li rivedrete mai più. 14 Il Signore combatterà per voi e voi ve ne starete tranquilli».

15 Il Signore disse a Mosè: «Perché gridi a me? Di’ ai figli d’Israele che si mettano in marcia. 
16 Alza il tuo bastone, stendi la tua mano sul mare e dividilo; e i figli d’Israele entreranno in mezzo al mare sulla terra asciutta

Esodo 14:13-16 (NR2006)

Come Mosè, spesso stiamo fermi aspettando che intervenga la mano potente di Dio, ma se fossimo in ascolto, Lo sentiremo dire "non aspettare più, alzati e cammina". 

Versetti Biblici da www.biblegateway.com

sabato 14 giugno 2014

Uscire dalla barca ... finalmente!

Hai mai pensato a come si è sentito Pietro quando alzò gli occhi e vide Gesù camminare sul mare? "Signore, se sei tu, dimmi di venire da te," gli disse, e Gesù lo incoraggiò a scendere dalla barca e a camminare sulle onde. 
Puoi immaginare Pietro seduto sul bordo della barca, consapevole di essere lontano dalla riva ma troppo elettrizzato per lasciarsi intimidire? Doveva essere in preda ad emozioni fortissime al suono della voce di Gesù che lo chiama, per poi essere sorpreso quando il vento gli scompiglia i capelli, e distratto dalla paura mentre si accorge di affondare. 

E tu, al suo posto, che cosa avresti fatto? Avresti osato chiedere? Saresti uscito dalla barca?


Matteo 14:22 dice che "Gesù obbligò i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva". Diverse traduzioni in inglese usano le parole "immediatamente" oppure "appena il pasto fu consumato". Infatti, i discepoli gli avevano appena visto moltiplicare pani e pesci per più di 5000 persone e dopo il pasto sono stati raccolti cesti di cibo avanzato!! 


Quel giorno, Gesù ha voluto insegnare ai suoi discepoli di avere fede. Chiedendo loro di fare l'impossibile, cioè dare da mangiare alla folla, si è messo nella posizione di usare ciò che era disponibile in quel momento per dimostrare che per lui niente è impossibile. Era necessario che Gesù rivelasse ai discepoli la vera portata del suo potere prima di affidarli la loro missione, perché la loro consapevolezza del suo potere doveva formare le fondamenta della loro fede mentre facevano miracoli nel mondo reale. 

E mentre parlo di fede ... mi chiedo che tipo di fede ci vuole per fare dei miracoli, e spero che i lettori mi perdonino l'opinione che la fede in Dio è la parte meno difficile. Pietro rischiò di annegare non per mancanza di fede in Gesù, ma perché non aveva fede nelle sua capacità di mettere un piede davanti all'altro senza ascoltare la sua mente mentre gridava: "Non puoi fare questa cosa!!! L'acqua non può reggere il tuo peso!!"


La fede serve per sopraffare la paura (e qualche volta a combattere la logica). In Efesini 2:10 c'è scritto che Dio ha precedentemente preparato delle buone opere per noi da compiere, ma se ci manca la fede nella nostra abilità di portare a termine queste opere, "affondiamo". Per quale motivo Dio ci chiamerebbe a fare qualcosa che sa che non siamo capaci di completarli?


Il fatto stesso che Dio ti chiama ad intraprendere un percorso significa che Lui sa che ce la puoi fare. 

Ora ti va di scendere dalla barca?