domenica 11 novembre 2018

La Rivelazione dell'Amore

Possiamo descriverlo come sentimento or decisione, oppure possiamo vederlo nelle persone quando si prendono cura di altre persone e di animali. Una dei capitoli più famosi della Bibbia parla dell'amore: il brano in questione si trova in I Corinzi 13, e ci fornisce dei parametri per capire se abbiamo amore nei nostri cuori oppure no.

L'amore è ...

Moltissime canzoni e poesie hanno fornito descrizioni del sentimento più bello e struggente dell'esperienza umana. L'Apostolo Paolo, nella sua prima epistola ai Corinzi, ci regala un' elenco di qualità e atteggiamenti che sono presente quando si ama. Questo è il primo di una serie di articoli in cui cercherò di esaminare più da vicino quello che viene presentata anche come la natura del nostro Dio.

In primo luogo, vediamo che il brano ci presenta con elementi positivi e negativi: l'amore è in un modo ma non in un altro. Sviscerare le differenze ci aiuterà a capire come amare meglio il prossimo e noi stessi. In questo post, esamineremo il versetto 4.

 

4L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, 5non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, 6non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; 7soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.

Cinque qualità vengono evidenziati nel versetto 4: due in senso positivo e le rimanenti al negativo. La pazienza e la bontà sono desiderabili, mentre l'invidia, il vantarsi e il gonfiarsi sono atteggiamenti da evitare se si vuole mostrare amore. 
Trovo interessante che la pazienza è il primo elemento. Mi rivela che chi ama da spazio all'altro, guarda oltre i suoi difetti e impara ad aspettare il tempo giusto. Questo porta logicamente alla benevolenza, la buona disposizione d'animo verso una persona. Insieme, questi atteggiamenti permettono di raggiungere una conoscenza profonda dell'altro, un sentimento di fiducia e trasporto verso la persona amata (o l'amico) e una tendenza di curarsi dei suoi interessi.
Amare significa gioire dei successi del prossimo (invece di invidiarli) e desiderare il suo bene. Significa anche valutare l'altro alla pari con se stessi (quindi, non vantarsi di essere meglio dell'altro) e usare le proprie capacità e conoscenza per aiutare invece di farlo sentire inferiore o stupido. Infatti, una persona si gonfia quando si mostra più grande dell'altro - in conoscenza o importanza - e l'amore non ammette una dimostrazione simile di orgoglio.

Uno sguardo allo specchio...

In considerazione del fatto che Gesù richiama la chiesa intera all'amore (Vangelo di Giovanni, capitolo 17), come valuti il tuo modo di amare? Il tuo primo obbiettivo quando ami una persona è di essere paziente e mostrarti benevolo, di metterli al loro agio e aiutarli?
Esamineremo il versetto 5 nel prossimo post. 
A presto!

domenica 7 ottobre 2018

Cosa fa Dio quando non Lo ascolti? (2a parte)

Bloccata e in Ascolto

Il racconto di come sono rimasta senza computer e telefono è sbalorditivo, e sicuramente alcuni di voi lettori avrete dei dubbi. Vi capisco. Qualche anno fa, avrei avuto difficoltà anch'io a pensare che Dio possa bloccare una persona per farsi ascoltare.

Invece, dobbiamo solo consultare la Bibbia e leggere la storie di Giona, Gedeone e Samuele per  capire che invece è piuttosto normale che Dio mette un fermo in una situazione che non va nella direzione giusta. Mentre per Gedeone e Samuele, era una questione di orientare delle scelte, la storia di Giona ci mostra cosa fece Dio quando il profeta si rifiutò di fare andare a predicare affinché migliaia di persone potessero salvarsi.

Inghiottito per disubbidienza

In questo cortissimo libro (ci vuole circa mezz'ora per leggerlo tutto!), vediamo un profeta, Giona, che Dio chiamò e mandò a Ninive ad avvertire gli abitanti che sarebbero stati nei guai se non cambiavano il loro modo di fare (1:2). Ma il nostro profeta non ne ebbe voglia di andare a parlare con quella gente! Prese una nave e si mise in viaggio nella direzione opposta (1:3).

La reazione di Dio fu di mandare una tempesta così spaventoso che i marinai tirarono a sorte per capire chi era la causa della disgrazia. Quando Giona fu identificato come il "portatore di sventura", gli domandarono cosa avesse fatto e cosa dovevano fare loro per non morire. Andate a leggere il resto del capitolo, e vedrete che Giona gli disse di gettarlo in mare aperto, e dopo aver resistito ancora un po' (erano brave persone e non volevano uccidere nessuno, 1:14-15) lo fecero saltare nelle acque tempestose. Subito, il mare si calmò.

 A questo punto, però, il nostro profeta non si trovava dove Dio lo voleva, ed ecco che entrò in scena "un gran pesce" - ovvero, la famigerata balena di qui tutti hanno probabilmente sentito parlare. Dopo tre giorni e tre notti nella pancia del pesce, Giona pregò al Padre chiedendo perdono e promettendo che avrebbe fatto ciò che Dio gli avesse chiesto. Quando Giona riconobbe che la salvezza viene dal Signore, Dio fece in modo che il pesce lo vomitasse sulla terraferma.

Questa volte, quando Dio gli ordinò di andare a Ninive a predicare, Giona ci andò.

Un bel finale

Tornando alla mia esperienza del telefono guasto...

Per circa una settimana, ho pregato e ho letto mentre mi riposavo e mi disintossicavo dalla sindrome da tecnologia. Oltre alla Bibbia, avevo sotto mano solo un libro sulla lode, quindi ho cominciato da li, e piano, piano ho cominciato ad imparare di nuovo. Finalmente, ho sentito una risposta.

"Consacrazione" era la prima parola che mi ha rivolto. "Fai tutte le cose nuove" era la seconda.

Può sembrare inutile mettere la consacrazione prima (se non hai dimestichezza con le modalità di Dio) ma il nostro Creatore vuole che noi manteniamo un rapporto con lui. Non gli interessa che seguiamo delle regole e basta. Se noi non cerchiamo di sentire la sua voce, lui si rattrista perché riduciamo l'interazione ad una specie di lista da spuntare.

Dopo che ho capito, e ho deciso di dedicare più tempo alla lettura, la preghiera e la scrittura, i miei oggetti tecnologici si sono ripresi, ad uno ad uno.

Ho smontato la batteria del telefono, l'ho rimontato e messo a caricare. Si è acceso, e sono entrata con il PIN originale! Vi ricordo che avevo usato il codice PUK più volte per resettare il PIN, quindi non doveva essere possibile. Ho messo a caricare il computer e non ho più avuto problemi. La connessione Internet si è aggiornata, e siamo stati attenti a non superare i limiti.

Tuttora, continuo a curare il mio rapporto con Dio. La differenza principale è che ora me ne accorgo quando vuole dirmi qualcosa, e sto attenta a non sovraccaricarmi. Di conseguenza, ho anche una qualità di vita migliore.

lunedì 1 ottobre 2018

Diventare Seguace di Gesù

Quando decidi di accettare Gesù come il tuo Signore e Salvatore, occorre formalizzarlo con una preghiera particolare perché in quel momento, stai mettendo una pietra miliare nella tua vita. Dio vede il tuo cuore, ma è importante anche per lui creare un momento speciale per te, un ricordo che non dimenticherai mai, che segna la decisione più importante della tua vita.

Si sente parlare di una "preghiera del peccatore", che non è un testo biblico bensì una serie di affermazioni e richieste che ci allinea con Dio, in cui il credente nuovo chiede perdono mentre si sottomette volontariamente alla guida divina. Non è una formula magica: è una proclamazione che si fa oralmente per affermare da che parte hai deciso di stare.

La preghiera del peccatore contiene sei punti chiavi: una confessione di peccato, la richiesta di perdono, una confessione di fede in Gesù come Figlio di Dio e unico Salvatore, la tua decisione di abbandonare la vecchia vita per seguire Dio, una richiesta a Gesù a mandare lo Spirito Santo ad abitare dentro di te per aiutarti e il ringraziamento al Padre che tu, ora, sei suo figlio.

Se tu stai leggendo questo post perché desideri sapere come essere sicuro della tua salvezza, ti incoraggio a pronunciare la preghiera scritto qui oppure di usare le tue parole, facendo attenzione di fare i passi elencati sopra.

    Padre, so di aver trasgredito alle tue leggi e il mio peccato mi ha separato da te. Mi pento ora dei miei peccati, e ora voglio abbandonare la vita passata per dirigermi a te. Credo che tuo figlio, Gesù Cristo morì per i miei peccati, risorse dalla morte, vive e sente la mia preghiera. Ti invoco, Gesù, a diventare il Signore della mia vita, a governare e regnare il mio cuore da ora in avanti. Ti prego, invia il tuo Spirito Santo per aiutarmi a vivere nella tua grazia, e dedico il resto della mia vita alla Tua volontà. Ti ringrazio che tu mi accetti e mi ami. Prego nel nome di Gesù, Amen
Ora, renditi conto che sei salvato perché credi. Non devi fare, e non potresti fare, niente di più per essere salvato. La salvezza è per grazia, perché nessuno di noi la merita, e non possiamo fare nulla per guadagnarcela. E' un dono di Dio.

Quando crediamo di essere salvati, viviamo di conseguenza. Se non frequenti già una chiesa, ora dovresti trovare una comunità che ti può sostenere e insegnare. Lasciami un commento se hai bisogno di trovare una chiesa. Farò il possibile di aiutarti.

Benvenuto nella famiglia di Dio!


sabato 15 settembre 2018

Invece di Maledire

Purtroppo, è la natura umana. Quando succede una disgrazia, di solito le persone pronunciano una maledizione. Quando subiamo un torto, una persona ci prende in giro, e non perdiamo tempo a parlare male del colpevole di turno.

Infatti, "maledire" vuole dire proprio "parlare male". Ma noi siamo cristiani - seguaci di Gesù, colui che, invece di maledire i soldati romani, Ponzio Pilato o i capi religiosi ebrei quando lo hanno crocifisso, ha pronunciato parole di perdono.

Secondo la Bibbia, Gesù ha chiesto al Padre di "perdonare loro perché non sanno quel che fanno".

In Romani 12:14, Paolo ha scritto "Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite." In altre parole, non dire male di loro, non augurargli nulla di nefasto, non pronunciare parole sconvenienti che riguardino le loro famiglie. Abbi il buon senso di pregare per coloro che ti hanno preso in giro. 

Facile, no?

Una Sfida Nuova

Cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare, e pregate il SIGNORE per essa; poiché dal bene di questa dipende il vostro bene". Geremia 29:7

La nazione di Israele fu deportato e al tempo del profeta Geremia, visse lontano dalla sua terra. Dio gli diede questo comandamento: dovevano cercare il bene del luogo dove vivevano. 


Prima ancora, attraverso il Re Davide, Dio gli diede lo stesso comandamento rispetto alla terra di Israele. 

Confida nel SIGNORE e fa' il bene;abita il paese e pratica la fedeltà.            Salmo 37:3

Oggi, Dio ci sta dicendo di pregare per la nostra nazione: l'Italia ha un governo pessimo, delle infrastrutture pericolosi, e una fama internazionale per la sua storia di criminalità organizzata. Non c'è lavoro, non c'è rispetto per le tradizioni, e tutti fanno gli affari loro senza rendersi conto che bisogna difendere la collettività.

Se non prego io, e non preghi tu, e non pregano neanche "loro", chi si prende la responsabilità davanti al mondo (e davanti a Dio) di interpellare Dio? Noi seguaci di Cristo dobbiamo occupare quel posto, metterci sul muro proprio dove si è formato la breccia, e chiedere a Dio di risanare il nostro paese.

Salmi 106:23 ci ricorda che:

"Egli parlò di sterminarli;
tuttavia Mosè, suo eletto, stette sulla breccia davanti a lui
per impedire all'ira sua di distruggerli."

Una breccia è letteralmente un'apertura nella mura di cinta che mette in pericolo il popolo. Ci sono tantissimi brecce nella società moderna, e sta ai figli di Dio ad occuparsene. Come si fa a "stare sulla breccia"?

Intercessione

Mosè, nel brano citato, pregava per il popolo. In Esodo 32, Mosè salì sulla montagna per incontrare Dio (e ricevere le tavole della legge) ma dopo diversi giorni, il popolo si stancò di aspettare e chiese ad Aronne di fargli un dio da adorare. Quando Mosè tornò, dopo 40 giorni, li trovò in questa situazione. Dio era pronto per distruggerli, ma Mosè si mise di mezzo - sulla breccia - chiedendogli di non farlo e Dio li lascio in vita.

Quanto bene potremo fare se invece di maledire e imprecare, intercedessimo per il nostro paese?
Dopotutto, a Dio non fa piacere vedere il mondo in questo stato.

Riferimenti:
Esodo 32
Salmi 37, 106
Geremia 29:7
Romani 12:14

domenica 22 luglio 2018

Cosa fa Dio quando non Lo ascolti? (1a parte)

All'inizio di luglio (2017), il mio computer nuovo ha smesso di funzionare. L'avevo comprato a marzo, e stava semplicemente aggiornando Windows, ma improvvisamente ho notato che lo schermo era nero.

E le lucette della batteria erano spente.

Ho provato a riaccenderlo, ma niente da fare. Era morto.

La cosa più irritante era che il mio computer precedente si era rotto a gennaio.

In preda ad un attacco di nervi, ho chiamato un'amica per chiedere preghiera (e lamentarmi). Non solo mi è stata a sentire, mi ha anche prestato il suo computer di scorta. Poi, per tutto il mese, oltre al mio lavoro, ho gestito una serie di situazioni impegnative: sistemare la casa per la mia partenza, curare la casa di mia figlia mentre lei era in vacanza (dai 4 ai 6 ore al giorno tra viaggio e il resto, tutti giorni), cercare un commercialista nuovo (processo che si è conclusa diversi mesi più tardi), e vari altri problemi che sono riuscita a risolvere prima della partenza.

Non sono stata ferma per un momento.

La sera prima della mia partenza, la batteria dell mio cellulare si era scaricata e il telefono si era spento mentre parlavo con un'amica. La mattina della partenza (con i mezzi pubblici da casa alla Malpensa, prestissimo al mattino) non riuscivo ad accendere il telefono.

Non era completamente carica; pensavo di aver abbastanza batteria per mandare due messaggi! Invece niente. Ho provato 5 or 6 volte (stranamente, avevo messo in borsa la tesserina della SIM con il PUK) a resettare il PIN (che la SIM non accettava). Ho anche chiamato l'assistenza del mio gestore, e mi è stato detto che sicuramente la SIM era guasta.

Immaginate cosa ho provato quando mi sono resa conto che dovevo partire per un viaggio intercontinentale senza cellulare!

Abbiamo corso fino al gate e siamo partiti. Nel bagaglio a mano, avevo del lavoro da fare e il computer della mia amica, quindi dopo pranzo, mi sono preparato per lavorare.

Ma il computer non si è acceso. Doveva essere carica, ma non dava segni di vita.

Amareggiata, l'ho risistemato dentro lo zaino cercando di non abbandonarmi al panico. Dopotutto, potevo riscaricare il lavoro in questione dalla mia posta elettronica è completarlo il giorno dopo il mio arrivo a destinazione. Non avevo perso niente, ma che frustrazione!

Perché?

Lo confesso, a questo punto, me lo sono chiesto.

Il primo giorno di permanenza a casa dei miei genitori, dopo la colazione, ho preso una bella tazza di caffè americano e mi sono insediata alla scrivania di mia mamma a monopolizzare il suo computer per finire il mio lavoro. Infatti, quello è stato il mio modus operandi per quasi una settimana. Le mie ferie sarebbero iniziato ad agosto inoltrato, e avevo parecchie cose da fare.

Improvvisamente, l'internet faceva capricci. Non si poteva scaricare più nulla. E ho scoperto che la connessione "illimitata" di cui tutti si vantavano non era affatto senza limiti. Eravamo in modalità emergenza. A ripensarci, mi sento benedetta che non l'hanno bloccata del tutto!

E soltanto a questo punto - dopo tutti questi intoppi - dopo più di un mese di tempo - che ho pensato che forse non era tutto per caso. Insomma, era troppo strano. Forse Dio lo stava permettendo per un motivo.

Finalmente, mi sono messa in ascolto.